IL BAMBINO
 
 
POCHE ORE DI SOLE, TANTA SALUTE
Attenzione ai tempi di esposizione dei piccoli sia al mare sia in montagna. Ecco come proteggerli per salvaguardare al meglio il loro futuro genetico

"Non c'è più il sole di una volta" dicono oggi le nonne.
Niente di più vero. Ma anche le mamme sono cambiate.
Ora si sa che non si possono esporre al sole i bambini senza rischi per la loro salute. Eppure non basta.
Anche le creme non completano la protezione necessaria dal punto di vista genetico. Un bambino che si arrossa troppo (la classica scottatura) i primi giorni di esposizione, che sia al mare o in montagna, spende parte dei suoi crediti protettivi verso un invecchiamento precoce (rughe) o verso il rischio cancro. Ne abbiamo parlato con il Professor Marcello Monti, titolare della cattedra di Dermatologia all'Università di Milano.

Dunque prof. Monti, non ci si può più fidare neanche delle creme solari?
Bisogna precisare che ne esistono in commercio due tipologie: quelle che contengono filtri chimici che assorbono i raggi dannosi e quelle che contengono schermi fisici, ossidi di minerali che riflettono i raggi (le migliori per la pelle delicata dei bimbi).
Per definire la potenza di una crema è stato identificato il fattore di protezione solare (SPF) espresso da un numero: tanto più alto è il numero, tanto le creme dovrebbero proteggerci dal rischio eritemi.
Il punto cruciale è questo: le creme, è vero, non ci fanno scottare e quindi possiamo restare al sole per più tempo. In termini di godimento dell’estate è un passo avanti ma in termini di danneggiamento della cute è un passo indietro.
Da poco si è capito infatti che le creme solari proteggono poco contro i raggi UVA quelli che causano prima l’invecchiamento della pelle e poi i tumori. Se utilizziamo quindi le creme solari per rimanere di più al sole sbagliamo.

In questo contesto cosa c'entra la genetica?
I raggi luminosi del sole sono energia elettromagnetica e la banda dei raggi UV danneggia il DNA presente nel nucleo delle cellule dell’epidermide.
Un’esposizione equivale a un danneggiamento della catena del DNA che per un certo numero di volte si ricostituisce. Ma le continue esposizioni riducono le possibilità di riparazione del patrimonio genetico della cellula.
Ciò significa che c’è un limite, appunto, alle ore di esposizione al sole e tanto più siamo prudenti in giovane età, tanto più avremo margini da adulti o da anziani. E’ una sorta di corsa al risparmio.

Dunque tempo di esposizione limitato prima di tutto. Quali sono gli altri accorgimenti da non dimenticare?
E' importante sapere che le creme solari non devono sostituire gli altri mezzi di protezione: magliette, cappelli, occhiali, ma soprattutto zone d’ombra. Le creme vanno benissimo se non è possibile proteggerci con altri mezzi. In altre parole usiamole se dobbiamo fare una passeggiata in montagna o una gita in barca ma è più salutare diminuire il tempo che stiamo sotto il sole piuttosto che spalmarci in continuazione. I bambini dovrebbero mangiare tanta frutta, bere spesso, giocare all'ombra e non esporsi assolutamente tra le 11 e le 17.
E attenzione anche durante i viaggi in macchina! Schermate i bambini perchè i raggi UV dannosi penetrano dai vetri e, non provocando arrossamento della pelle, vengono per questo sottovalutati.
Stessi accorgimenti per gli adulti con pelle chiara o capelli rossi.

Albachiara

08/05/2015




 
 
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